Cosa implica una disoccupazione al rialzo negli USA?
Buongiorno,
I dati di venerdì hanno dipinto il quadro di un mercato del lavoro USA ancora forte. Sono state create 339 mila nuove buste paga non agricole (non farm payrolls) contro un aumento atteso di 195 mila. Si tratta del quattordicesimo dato consecutivo sopra le attese degli analisti, il che, di per sé, dovrebbe già far sorgere qualche dubbio su come i dati vengono raccolti o su come gli analisti elaborano le loro stime.
Nonostante una creazione di posti di lavoro sopra le attese, la disoccupazione è però salita dal 3.4 al 3.7%.
Può apparire un controsenso ma non è un fenomeno del tutto nuovo, anche se questa volta la discrepanza è abbastanza macroscopica. I due dati vengono derivati infatti da due sondaggi diversi:
o La disoccupazione viene ricavata dalla cosiddetta household survey in cui si chiede alle persone quale è la loro situazione lavorativa
o I non farm payrolls vengo calcolati nel contesto della establishment survey in cui si chiede alle imprese il numero di nuovi posti di lavoro creati
Le imprese riportano quindi una creazione di posti di lavoro sopra le attese mentre le persone testimoniano una maggiore difficoltà nel trovare un’occupazione. Come conciliare questi due dati? La differenza potrebbe essere ricercata nel fatto che più persone hanno più di un posto di lavoro o nel calo dei lavoratori autonomi. La circostanza che meno persone riescano a mettere in piedi una propria attività potrebbe testimoniare la maggiore difficoltà nell’ottenere finanziamenti, cioè quella restrizione del credito di cui si parla a partire dall’inizio delle crisi bancarie.
Il mercato venerdì sembra aver dato più peso alle notizie positive provenienti dalla establishment survey ed è salito ancora una volta sospinto dalle ricoperture di molti investitori corti o sottopesati
Il segnale proveniente dalla risalita dall’aumento della disoccupazione non va però sottovalutato. La disoccupazione non è in sé un leading indicator rispetto all’andamento del ciclo economico. Non anticipa cioè quello che succederà in futuro ma tende ad essere una conseguenza del rallentamento economico.
È interessante però guardare la direzione del suo trend. Nel grafico è stata rappresentata insieme alla sua media mobile a 12 mesi. Come si vede, ogni volta che la disoccupazione attraversa la sua media mobile al rialzo, cioè il suo trend si orienta verso una risalita, questo anticipa di qualche mese una recessione (l’area in grigio nel grafico).
Si tratta di un segnale non completamente confermato, sarebbe necessario almeno un altro dato sopra la media mobile per una conferma, ma è senz’altro un aspetto da tenere in considerazione.
Vi sono due altri due grandi indicatori leading provenienti dal mercato finanziario:
L’inversione della curva dei rendimenti
Il rendimento del mercato azionario
In genere, prima di una recessione la curva inverte e il rendimento a un anno del mercato azionario diventa negativo. Nel caso attuale, l’inversione della curva conferma una possibile prossima recessione mentre il rendimento del mercato azionario, che è positivo, non la conferma. Si tratta quindi di un quadro piuttosto complesso.
Quello dell’aumento della disoccupazione rappresenta comunque un campanello d’allarme, che non significa probabilmente una recessione nell’immediato, ma che comunque è da tenere d’occhio nel caso di una conferma nei rialzi.
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Buon week end