Rinnovato approccio pro-crescita da parte delle autorità cinesi
Si discute un nuovo tetto al prezzo del gas
I mercati incorporano nei prezzi una BCE estremamente hawkish
Rinnovato approccio pro-crescita da parte delle autorità cinesi
Dalla Cina arriva l’impegno a sostenere l’economia. In una dichiarazione ufficiale in occasione della Central Economic Work Conference il governo ha fatto sapere che la ripresa e l’espansione dei consumi “avrà la precedenza”.
Questo sembra significare che si è deciso di continuare con le politiche di riapertura dopo che le misure connesse ad un approccio di tolleranza zero contro il Covid avevano rallentato pesantemente l’attività economica. La dichiarazione arriva proprio quando ci si chiedeva se il crescente numero di casi non potesse avere l’effetto di spingere le autorità a fare un passo indietro riguardo alle riaperture.
Si conferma anche l’impegno a sostenere finanziariamente il settore immobiliare i cui indici azionari e di credito sono già stati protagonisti di un vigoroso rally nelle settimane scorse. Le misure, anche se non risolvono tutti i problemi, sono senz’altro significative nel medio periodo.
Si è anche detto che si vuole che le piattaforme digitali supportino questa ripresa. Le stesse piattaforme erano state vittima di stringenti regolamentazioni nei mesi scorsi che ne avevano affossato i prezzi rendendole praticamente non investibili da parte di molti investitori. Questo dovrebbe fornire ulteriore supporto al recupero della tecnologia cinese.
Un maggior supporto all'economia cinese dovrebbe anche sostenere i prezzi di petrolio e metalli industriali.
Si discute una revisione del cap al gas
Oggi in Europa si discuterà una revisione al tetto del gas. Il cap precedente, fissato a 275 euro, appariva assolutamente insufficiente. A quanto pare si discuterà oggi la proposta di portarlo a 188 euro.
Apparentemente, il cap entrerebbe in vigore quando la curva dei futures sotto l’anno rimane sopra al tetto prefissato per più di 3 giorni e il prezzo è superiore di 35 euro rispetto ad un basket di LNG. Questo arriva in coincidenza con nuove stime che calcolano i costi della crisi energetica europea in 1000 miliardi di euro.
Rimane probabilmente da chiarire che cosa succede quando il prezzo è sopra il cap e non è possibile chiudere le transazioni. Per ora, sembra che ci si riservi la facoltà di sospendere il meccanismo nel caso questo metta in pericolo un approvvigionamento sufficiente ma è abbastanza ovvio che l'applicazione del tetto implichi di per sé una riduzione dell'approvvigionamento.
Il mercato tenta di incorporate nei prezzi l’approccio hawkish della BCE
L’evento principale della settimana scorsa è stato sicuramente la guidance più restrittiva delle attese da parte della BCE. In questi giorni questo approccio della BCE sarà incorporato nei prezzi. Osservato speciale naturalmente il debito pubblico italiano che ha già vissuto un violento rialzo dei rendimenti la scorsa settimana.
La pressione sui titoli pubblici coincide con il varo della manovra ed è evidente in queste ore la trattativa con l’Europa che ha già visto la cancellazione della norma sul POS.
La settimana scorsa ci ha lasciato la sensazione di banche centrali che rimarranno probabilmente hawkish anche in presenza di rallentamenti marcati dell’economia. Come hanno tardato a rialzare i tassi in presenza di un aumento dell’inflazione ora è probabile che tendano a fare l’opposto.
Vi è una sorta di cambio di passo nei ritmi dei rialzi con la FED che sembra decisa a rallentare la restrizione mentre la BCE sembra quasi rafforzata nella sua determinazione ad alzare. La politica della BCE segue quindi quella della della FED con alcuni mesi di ritardo.
Si potrebbe obiettare che la Banca Centrale Europea diventa aggressiva proprio quando l’economia è già orientata verso una recessione mentre la FED aveva condotto il grosso dei rialzi con un’economia forte. Una BCE di nuovo fuori tempo per la quale dobbiamo quindi assumere un atteggiamento hawkish per i prossimi mesi.
Questo tenderà nel breve periodo a supportare in termini relativi la parte value del mercato azionario in Europa, produrrà una tendenza all’inversione delle curve dei rendimenti e sosterrà l’euro contro il dollaro.
Per quanto riguarda il medio-lungo periodo, invece, è tutta da vedere la capacità della Banca Centrale Europea di continuare con una politica aggressivamente restrittiva in presenza di un’economia in recessione e di una crescente frammentazione dei debiti pubblici degli stati membri.
Ai rialzi dei tassi si andrà ad aggiungere inoltre l’effetto del QT, dei rimborsi dei TLTRO e di una emissione netta di titoli di stato stimata in 400 miliardi per il 2023.
La questione monetaria rischia di entrare sempre di più nella sfera della polemica politica. Portare avanti politiche pesantemente restrittive in un contesto di recessione rischia infatti di scontrarsi molto presto con le istanze politiche e per i banchieri centrali sarà difficile non sentirne il peso. All’interno degli stessi board delle banche centrali stanno crescendo visioni divergenti riguardo all’opportunità di continuare nei rialzi e le tensioni sono destinate ad acuirsi quando mercato del lavoro ed economia rallenteranno.
È molto probabile che, alla fine, pressioni politiche e tensioni interne ai board, oltre che preoccupazioni relative alla stabilità finanziaria, tenderanno a frenare l’azione delle banche centrali.
L’attività delle banche centrali ha assunto un ruolo di fondamentale importanza per comprendere il funzionamento dei mercati moderni. La pervasività della loro azione è molto aumentata a partire dalla crisi del 2008 e ancora oggi una eventuale “normalizzazione” delle loro politiche può avere effetti profondi sui mercati.
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