Morning call - 29 Novembre
Buongiorno a tutti
Focus ancora sulle proteste in Cina
Prese di profitto prima del discorso di Powell
Violento recupero del prezzo del petrolio
Focus ancora sulla situazione in Cina
Giornata di ritracciamento per i mercati tutta dominata dalle notizie che arrivano dalla Cina. Il rally di questi giorni si è arrestato proprio in prossimità di due livelli cruciali: l’area 4050/4100 per l’indice S&P 500 e quota 1.05 per l’eurusd.
Ieri Apple ha lasciato sul terreno il 2.5% sulle notizie che potrebbero venire a mancare 6 milioni di I-Phones proprio in corrispondenza della stagione natalizia a causa delle proteste contro le misure anticovid a Foxconn, il più grande produttore di I-Phones che impiega fino a 200.000 lavoratori nei periodi di produzione.
Questo mostra anche la singolarità della rivalità geopolitica tra USA e Cina in cui i paesi sono avversari ma, al tempo stesso, non possono fare a meno l’uno dell’altro. Gli Stati Uniti sono un fondamentale mercato di esportazione per la Cina e questa, dal canto suo, possiede grandi quantità di titoli del debito pubblico americano ospita ancora gran parte delle catene produttive delle grandi aziende statunitensi. Il tanto sbandierato reshoring della produzione è un processo lento e complesso che comporta ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi. Anche lo spostamento della produzione verso paesi della regione asiatica meno ostili non è cosa semplice.
Questa notte sembra che gli scontri e le manifestazioni siano stati molto più contenuti anche a causa del grande dispiegamento di forze messo in campo dalle autorità.
Prese di profitto prima del discorso di Powell
L’impressione, comunque, che il focus sulle proteste cinesi di questi giorni sia eccessivo. Il vero motivo per il quale i mercati ritracciano dai massimi è l’atteso discorso di Powell di domani che arriva proprio in coincidenza di livelli tecnici importanti e di mercati che hanno fatto già un recupero importante. L’aria diventa un po’ rarefatta quando l’indice S&P 500 sale sopra 4000. Molti ritendono quindi di ridurre i rischi prima di domani.
Powell sarà hawkish. Ancora ieri Bullard ha detto che il mercato potrebbe sottostimare le possibilità di tassi più alti e Williams ha detto che la FED ha ancora lavoro da fare per contenere l’inflazione. Tutti falchi anche i banchieri centrali europei con Christine Lagarde in testa a reiterare la necessità di ulteriore restrizione.
Dunque, visto che Powell, in questo momento, è uno dei più falchi all’interno del board della FED, è probabile che nel discorso di domani voglia ripetere che i tassi andranno più alti rispetto a dove ci si aspettava e che staranno alti più a lungo di quanto il mercato non stia prezzando.
L’unico aspetto positivo è che questo approccio hawkish è ampiamente atteso. Nessuno si aspetta che Powell certifichi una qualche sorta di “pivot” come invece ci si aspettava prima di Jackson Hole. Visto che molti si posizionano in questi giorni per un Powell hawkish è possibile che la reazione al discorso non sia così negativa come dopo Jackson Hole.
Rimbalzo del prezzo del petrolio
Grandi movimenti ieri sul prezzo del petrolio che ha toccato nuovi minimi su questo episodio delle proteste cinesi per poi rimbalzare violentemente in serata dall’area 73/74. Per il momento credo sia piuttosto difficile scendere sotto questi livelli visto che gran parte delle aspettative di rallentamento economico è già stata incorporata nei prezzi.
Al livello di 72/73 gli Stati Uniti dovrebbero ricostituire le riserve e nel week end c'è la prossima riunione dell'OPEC+ che potrebbe optare per un taglio. Non è inoltre ancora del tutto evidente se la situazione in Cina è destinata a causare un ulteriore calo della domanda o ad accelerare in qualche modo il reopening.
L’ultimo periodo ha registrato una grande divergenza tra petrolio e titoli del settore energia
I titoli azionari dell'energia sono stati spinti al rialzo da flussi di acquisti da parte di investitori che negli anni scorsi avevano sottopesato il settore, da utili brillanti e dalla grande ricerca di dividendi. Al contrario il petrolio ha incorporato aspettative di recessione ed è stato artificialmente spinto al ribasso dal rilascio delle riserve statunitensi. E' probabile che questa divergenza sia ora diventata eccessiva e che questo spread sia destinato a ridursi.
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