Morning call - 9 dicembre
Buongiorno a tutti,
Recupero degli indici nella giornata di ieri
Continua il tema del reopening cinese
Fucus sul PPI USA
Recupero degli indici nella giornata di ieri con correlazioni diverse da quelle recenti
Parziale recupero degli indici nella giornata di ieri dopo le perdite dei giorni scorsi. Gli ultimi movimenti sembrano comunque tutto sommato solo rumore di fondo nell’attesa del dato del 13 dicembre sull’inflazione statunitense.
La cosa che vale la pena notare di quest’ultimo movimento è che la discesa degli indici azionari di questa settimana si è svolta in un contesto di rendimenti che scendevano. Il 10 anni Treasury ha toccato 3.40% (era arrivato ad un massimo di 4.35% ad ottobre). Il dollaro è rimasto debole e i metalli preziosi sono saliti. Correlazioni quindi diverse rispetto a quelle dell’ultimo periodo.
L’impressione è quindi che la dinamica di fondo stia cominciando a cambiare. La reazione immediata al rilascio dei dati economici rimane quella tipica in cui bad news is good news ma i movimenti di questi giorni mostrano come probabilmente ci stiamo spostando in un contesto in cui la preoccupazione principale è il rallentamento economico e questo potrebbe veder coincidere ribassi dei rendimenti e ribassi azionari.
Tatticamente, il movimento al ribasso dei rendimenti sembra comunque un po’ oversold e di conseguenza quello al rialzo dei bond un po’ overbought. Possibile quindi uno storno. Si sta anche costruendo un consenso generalizzato e piuttosto pericoloso sul fatto che i bond debbano sovraperformare.
Continua il tema del reopening cinese
Continua intanto il tema del reopening cinese. L’MSCI Asia Pacific si avvia alla sesta settimana di guadagno. I dati di questa notte hanno mostrato un PPI cinese sotto le attese il che potrebbe potrebbe favorire la continuazione di politiche espansive da parte della banca centrale.
L’Hang Seng ha ora guadagnato il 35% dai minimi. I dati che vengono riportati e che mostrano un iniziale declino dei casi sono dovuti anche al fatto che sono diminuiti i test obbligatori. A questo punto bisogna vedere gli effetti sulle strutture sanitarie, di cui in ogni caso non è facile avere dati certi dalla Cina.
La riapertura sarà un processo con molti stop and go quindi non dobbiamo aspettarci un liberi tutti ma il sottopeso di gran parte dei gestori sulle azioni cinesi potrebbe comunque esacerbare il movimento di ricopertura. Ricordiamo che molti investitori avevano dichiarato il mercato cinese non investibile a causa lo scorso anno dell’incertezza riguardo alla regolamentazione del governo su alcuni settori specie per quanto riguarda le imprese quotate all’estero e per l’incertezza determinata dalla politica di tolleranza zero.
Continua anche il rally delle società immobiliari, sia per quanto riguarda il mercato azionario il cui indice si è portato in positivo del 3.5% per l’anno sia per quanto riguarda la parte bond. È naturalmente illusorio pensare che i problemi dell’immobiliare cinese, che rappresenta la più grande asset class del mondo, siano tutti risolti. È comunque certo che il piano in 16 punti presentato dal governo per sostenere il settore è significativo e capace di dare accesso al credito, almeno nel medio periodo, alle società del settore.
Il dollaro/yuan si mantiene sotto quota 7 dopo aver toccato 7.35 a inizio novembre.
Focus sul PPI USA
Oggi i dati sul PPI statunitense riceveranno molta attenzione nell’attesa di quelli sul CPI del 13. In questo caso sono i dati ad essere fondamentali piuttosto che le decisioni delle banche centrali che sono probabilmente già definite con 50bp per gli Stati Uniti e 50/75 basis points (credo più probabilmente 75) per la BCE.
Dopo dati sotto le attese il mese scorso, i prossimi dati potrebbero confermare un trend o derubricare l’ultima rilevazione a puro rumore. Il ribasso del petrolio di questi giorni potrebbe aiutare mentre si hanno notizie anche della componente affitti che registrebbe pressioni al ribasso anche se queste sono piuttosto lente a filtrare nel dato del CPI.