Buongiorno,
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Una giornata surreale
● Che dire? Non riesco neanche a fare un commento. Già il solo elenco dei fatti di ieri è abbastanza incredibile.
● Partiamo dal petrolio. Ieri ha perso il 7,5%. Nel giorno in cui USA e Iran si sono tirati dei missili addosso è già una notizia.
● Però non basta, nella notte ha perso un altro 3% ed è ora sotto i livelli pre-attacco di Israele, circa il 15% sotto i massimi a cui era stato indicato nel week end. Ah, per inciso, questa mattina il WTI è a quota 66,6 dollari, il numero del diavolo.
Che cosa è successo?
● L’altro giorno gli Stati Uniti hanno attaccato i siti di arricchimento dell’uranio iraniani. L’operazione è stata definita un successo ma sono subito circolate voci secondo le quali l’Iran era stato avvertito. Secondo alcuni l’uranio potrebbe addirittura essere stato portato via.
● Ieri è arrivata la risposta dell’Iran che ha tirato dei missili su una base americana in Qatar. L'alto contenuto simbolico dell'operazione vuole che i missili siano stati nello stesso numero rispetto alle bombe sganciate dagli USA. Ma la base era stata evacuata in anticipo e i missili sono stati intercettati, senza causare danni o vittime. Il Qatar aveva avuto il tempo di chiudere il suo spazio aereo. Trump ha pubblicamente ringraziato l’Iran per aver avvertito in anticipo.
● Nella nottata è poi arrivata la comunicazione da parte di Trump che era stato raggiunto un accordo per un cessate il fuoco.
● Il cessate il fuoco è caratterizzato da una cadenza quasi biblica. Comincerà l’Iran, poi dopo 12 ore sarà la volta di Israele, poi dopo 24 ore la guerra finirà. Sarà chiamata la “guerra dei 12 giorni”.
● I toni messianici sono perfettamente consoni a un Nobel per la Pace, che Trump ha detto espressamente di meritare e a cui il Pakistan lo ha candidato (per l'intervento nella guerra con l'India).
● A quanto pare, la rappresaglia iraniana era una specie di pantomima da dare in pasto all’opinione pubblica interna per salvare la faccia. Non poteva esserci una resa incondizionata dopo gli attacchi missilistici israeliani e statunitensi. Il comunicato ufficiale delle forze armate iraniane la definisce un’azione devastante.
● Ora tutte e tre le parti, anche se un po’ forzatamente per quanto riguarda l’Iran, possono vendere un eventuale accordo come una vittoria al loro elettorato. Anche Trump non è più TACO perché ha sganciato le bombe pesanti.
● Chi ne esce effettivamente vincitore? All’inizio sembrava sicuramente Israele, che aveva attaccato l’Iran forzando la mano degli USA ed era riuscito a far bombardare i siti di arricchimento dell’uranio. Ora bisogna vedere se anche Israele è parte della messa in scena di ieri o ha dovuto in qualche modo subirla.
● È probabile che Israele mirasse all’eliminazione di Khamenei e a un cambio di regime, che ora diventa un po’ più difficile dopo che Trump ha assunto il ruolo di grande pacificatore. Tutto può succedere, lo abbiamo visto ieri, ma non è da escludere che gli accordi prevedano che il leader iraniano salvi la pelle.
● Inutile dire che le notizie della notte sono risultate in un ulteriore squeeze al rialzo del mercato azionario, con l’indice S&P 500 che sembra indirizzato a testare i massimi di sempre.
● Ribasso invece del dollaro, con il cambio eurusd che è di nuovo tornato sopra 1,16. La dinamica è la stessa che abbiamo visto nelle ultime settimane. Ogni volta che il biglietto verde si apprezza (ieri mattina è arrivato a 1,145), scattano consistenti flussi di hedging: vendite di dollari per ridurre il rischio cambio. Non si tratta di dedollarizzazione o di particolare negatività sugli asset statunitensi. Semplicemente, gli investitori internazionali hanno realizzato che con questa incertezza riguardo alla stabilità delle regole, la concentrazione in dollari degli indici globali è eccessiva. Non si tratta di altro che di questa semplicissima osservazione.
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