Violento sell-off sul dollaro
Buongiorno,
Si è chiusa una settimana estremamente volatile, che ha visto euro e rendimenti dei titoli di stato europei esplodere al rialzo.
Questo dopo che il cancelliere tedesco in pectore Merz si è detto pronto ad allargare le maglie dei limiti al debito e a mettere in campo un massiccio programma di spese in infrastrutture e difesa.
L’Unione Europea, dal canto suo, è pronta a spendere 800 miliardi di euro per riarmarsi.
L’amministrazione Trump ha intanto continuato a minacciare tariffe. C’è molta confusione sulla loro applicazione in quanto sono nel frattempo utilizzate soprattutto come arma negoziale.
Il punto centrale dell’ideologia MAGA in campo economico è che gli Stati Uniti pagano una serie di costi che spetterebbero ad altri paesi.
Offrono al mondo la valuta di riserva globale, ma questo ne fa aumentare la domanda e la rende strutturalmente sopravvalutata a danno dei produttori industriali domestici.
Pagano anche per la difesa degli altri paesi
Sono il consumatore di ultima istanza di tutti i beni che vengono prodotti nel mondo
A fronte di questo sforzo statunitense, altri paesi hanno economie deboli e tassi bassi e continuano a vivere di esportazioni sulle spalle degli Stati Uniti.
Si tratta di argomentazioni vere? Ovviamente alcune tesi sono condivisibili, altre molto meno, ma bisogna partire da qui se si vuole capire che cosa guida le decisioni statunitensi in questo momento.
L’obiettivo di questa amministrazione è quindi quello di redistribuire più equamente il costo di sostenere l’economia globale.
In questo contesto va visto anche l’uso delle tariffe come arma negoziale.
I movimenti di questa settimana e le decisioni che sono state prese nel Vecchio Continente vanno lette sotto questa lente.
Quella di riarmarsi non è tanto una decisione autonoma europea quanto il risultato di questa trattativa in cui l’Europa decide di mettere mano al portafoglio per le spese militari per evitare altre ritorsioni.
Anche la decisione della Germania di togliere il tetto al debito e spendere di più per la propria economia o quella della Cina che aumenta l’obiettivo di deficit di bilancio per finanziare manovre fiscali espansive non sono affatto sgradite agli Stati Uniti.
Si tratta di decisioni che rafforzano le loro valute e le loro economie. Tutto questo contribuisce a rafforzare la domanda interna e a renderle meno dipendenti dall’export e a ridurre il disavanzo commerciale con gli USA.
Molti degli sviluppi di mercato che stiamo vedendo questi giorni, quindi, anche se non lo si dice apertamente, sono figli di queste trattative commerciali e diplomatiche.
Buona domenica da Cube 🍀🤟